E’ una novità nelle produzioni monoflora, poiché si tratta di una pianta che solo recentemente viene coltivata in grandi estensioni anche in Italia, per la produzione di sementi della omonima spezia. E’ una specie erbacea annuale, aromatica e officinale, appartenente alla famiglia delle Apiaceae e assomiglia alla pianta del prezzemolo anche se può raggiungere i 50 cm di altezza. Presenta foglie più o meno divise, i fiori sono di piccole dimensioni con cinque petali
di colore bianco o rosa e riuniti in infiorescenze ombrelliformi che maturano in modo scalare.
E’ un fiore che produce molto nettare e quindi è molto apprezzato dalle api. L’iniziale diffidenza degli apicoltori che avevano i propri apiari in prossimità di tali coltivazioni, dovuta all’odore decisamente poco gradevole delle fioriture, è stata vinta dalle abbondanti produzioni di un miele dall’aroma molto gradevole.
Zone di produzione:
In Italia le maggiori produzioni uniflorali si ottengono nelle regioni in cui è maggiore la superficie destinata a tale coltura: Marche, Emilia Romagna, Abruzzo. Viene raccolto tra maggio e luglio, durante la fioritura.
Cristallizzazione:
Cristallizza in breve tempo e assume un colore ambrato, arancione pallido con consistenza percepibile.
Odore:
Molto caratteristico; aromatico, vegetale, caldo, ricorda i prodotti alimentari o i cosmetici alla noce di cocco.
Sapore:
Mediamente dolce, debolmente acido, rinfrescante con note di amaro non percepibili.
Usi:
Delizioso per accompagnare le carni, soprattutto il manzo e il pollo. Grazie alla consistenza a cristalli leggermente grossi, si sposa bene con i formaggi stagionati. È un dolcificante ideale per tè e infusi di vario tipo. Viene spesso impiegato nella produzione di torroni.
Qualche curiosità:
Nel Trecento, per Carnevale, a Venezia i frutti di coriandolo venivano canditi e lanciati come buon augurio: da questo prende origine l’usanza dei coriandoli di carta.
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