
Le api si nutrono prevalentemente del nettare che raccolgono dai fiori e che trasformano in miele, per sopperire all’assenza di fiori nel periodo invernale. Si tratta quindi di un alimento che ha una origine sia vegetale che animale.
Il miele è un alimento formato per l’80% da zuccheri, tra i quali prevalgono fruttosio e glucosio e da acqua, per circa il 18%. Nel miele si trovano poi innumerevoli altre sostanze tra cui acidi organici (1-1,5%), minerali (0,1-1,5%) e proteine e aminoacidi (0,2-2%)
Il miele, ha un potere dolcificante elevato e un apporto calorico inferiore allo zucchero, è quindi in grado di “addolcire” un cibo fornendo meno calorie. Si tratta di un prodotto già pronto, che non deve subire processi chimici o aggiunta di sostanze per essere consumato e, diversamente da altri zuccheri, la sua struttura semplice lo rende facilmente digeribile rappresentando quindi una riserva di energia subito disponibile. Il miele ha inoltre proprietà emollienti, antinfiammatorie e cicatrizzanti, tanto che da sempre se ne studiano le caratteristiche e i possibili utilizzi. E’ importante non alterare le proprietà organolettiche del miele, per mantenere la ricchezza di aromi e profumi, tanti quanti sono i fiori da cui hanno origine, ecco perché è meglio non pastorizzare i mieli.
L’equilibrio fra il contenuto di fruttosio e di glucosio è la variabile che determina la consistenza dei mieli. Infatti, appena estratti, tutti i mieli si presentano liquidi, e tali restano più a lungo solo quando prevale il contenuto di fruttosio (mieli di castagno, acacia e melata), in tutti gli altri casi i cristalli di glucosio, con le variazioni di temperatura, tendono ad aggregarsi per formare strutture più pesanti, determinando il fenomeno della cristallizzazione: in questi casi il miele assumerà un aspetto via via cremoso, fino a diventare solido.