L’ape, Apis mellifera, da migliaia di anni vive accanto all’uomo che, da sempre, cerca la maniera migliore per raccogliere il miele. Pur se definita “domestica”, essa non ha modificato i propri comportamenti o i propri istinti che restano immutati, come se fosse allo stato selvatico. Gli apicoltori, al contrario, hanno imparato a conoscere le api e a impostare il proprio lavoro in base ai loro comportamenti, offrendo alle api un supporto efficace per la vita della colonia e la raccolta del nettare, ricavandone in cambio miele, polline, pappa reale e propoli. Nell’antichità l’uomo si limitava a cercare i favi costruiti da sciami selvatici e sono stati probabilmente gli Egizi i primi a capire che le api potevano essere seguite meglio se si offriva loro un luogo accogliente per costruire il nido. L’invenzione dell’arnia moderna ha cambiato radicalmente il rapporto fra le api e l’uomo, consentendo di ricavare miele senza causare danno alla famiglia e lasciando scorte di miele per la loro sopravvivenza durante l’inverno: degli oltre 200 kg prodotti ogni anno da una famiglia di api, l’apicoltore ne preleva al massimo 30. L’apicoltura è un mestiere antico, che si tramanda oralmente e con l’esperienza diretta, fatto di attese e di silenzi, di tentativi, di fallimenti e di successi. Solo rispettando le api e il loro istinto, solo osservandole e avendo l’umiltà di imparare è possibile essere dei bravi apicoltori.