Il tema pesticidi e diminuzione della popolazione degli impollinatori si pone, da lungo tempo, al centro di molte discussioni che non riguardano solo la salvaguardia delle api, ma il concetto ben più esteso di protezione della biodiversità. La Comunità Europea si pone da tempo l’obiettivo di salvaguardare e incrementare la biodiversità, anche attraverso la PAC, lo strumento economico principale in campo agricolo. Purtroppo tale obiettivo non è stato raggiunto, dunque la formulazione della prossima PAC (2023/2027), cercherà di introdurre regole e premialità più stringenti per proteggere gli impollinatori. Concordando sulla necessità di definire gli Obiettivi di Protezione Specifici (SPG) relativamente alla perdita del patrimonio apistico, in seguito all’uso dei pesticidi, la Commissione europea ha proposto di uniformare i parametri di valutazione per tutti gli stati membri.

Nel 2013 EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), a seguito di una ricerca condotta su vari livelli, aveva concluso che si potesse tollerare una diminuzione della popolazione delle api complessiva non superiore al 7%, per poter scongiurare un significativo danno per la biodiversità e di conseguenza per l’attività agricola e non solo. Questo è il documento di partenza, anche se è opportuno sottolineare che le conclusioni di EFSA, presentate 6 anni fa, probabilmente oggi darebbero indicazioni diverse, considerando il netto peggioramento delle condizioni generali delle colonie di api, anche a causa di un costante e drammatico cambiamento climatico. L’Italia aveva inizialmente chiesto una soglia di tolleranza del 12.8 %, ma in seguito alla lettera di Conapi, UNAAPI e AAPI, ai ministri delle Politiche Agricole, della Salute e della Transizione Ecologica ha formalizzato l’accettazione del limite definito da EFSA. Tenendo conto della grande differenza delle richieste dei vari Stati, si è ritenuto di procedere con la richiesta di pronunciarsi in merito all’opportunità di uniformare il limite fra tutti gli stati membri, fissandolo al 10%.

Il 29 giugno 2021, alla riunione del consiglio AGRIFISH (Consiglio Agricoltura e Pesca), pur senza giungere ad una votazione, sono state formalizzate le posizioni dei singoli stati presso il Consiglio UE in merito a due quesiti posti.

  1. Siete d’accordo sul fatto che dovrebbe essere definito un obiettivo di protezione specifico per le api mellifere nell’intera UE?

Si sono espressi a favore di una uniformità la totalità degli stati membri, con l’esclusione di Lettonia, mentre non sono chiare le posizioni di Malta e Slovenia

  1. Siete d’accordo con la proposta della Commissione secondo la quale il livello massimo consentito di riduzione delle dimensioni delle colonie di api mellifere conseguente all’esposizione a un pesticida dovrebbe essere del 10 %?

Le percentuali di rischio cosiddette accettabili, proposte dagli Stati membri sono:

  • il 7%: Paesi Bassi, Italia, Svezia. Sono disposte eventualmente a mediare fino al 10%, per raggiungere compromesso, Francia, Slovacchia e Ungheria;
  • il 10%: Lituania, Cipro, Irlanda, Spagna, Lussemburgo, Germania, Croazia, Austria e Romania
  • il 12% Estonia e Bulgaria;
  • il 12,8% Finlandia;
  • sono disposti a trattare sul 10%, pur chiedendo 12.8% (Polonia) e 12% (Repubblica Ceca);
  • il 23% è la richiesta della Grecia.

Gli apicoltori ritengono che non ci possano essere percentuali di rischio accettabili diverse da zero; diversamente sarebbe come imporre ad un allevatore di bovini di considerare normale una perdita costante della potenzialità produttiva annua, per favorire pratiche agricole estranee alla propria attività, oltre tutto senza prevedere alcun indennizzo. Tuttavia, si è considerato il 7% un compromesso che possa essere il punto di partenza per raggiungere obiettivi più significativi di quelli delineati fino ad oggi.