Presentati a FICO i dati di due anni di monitoraggio ambientale in 4 città italiane. Lo studio è stato condotto attraverso un protocollo che comprende: la verifica della mortalità delle api, l’analisi sul miele “giovane” (non destinato all’alimentazione) e sulle api bottinatrici, provenienti da alveari collocate in Orti Urbani posti nelle città o nelle immediate periferie. (collegati per riascoltare il seminario)
In merito ai Pesticidi” afferma Claudio Porrini, DISTAL-UNIBO, commentando i risultati
“l’esame dei residui sui campioni di api “bottinatrici” vive e di miele “giovane”, ha messo in evidenza, solo la presenza di tracce di glifosate a Milano nel 2017 e a Bologna nel 2018, rispetto agli oltre 400 principi attivi ricercati. Entrambi i casi sono probabilmente riconducibili ad uso del diserbante nelle aree prospicenti gli orti urbani.Tra i 10 metalli pesanti ricercati, i più riscontrati sono stati cromo, vanadio, nichel e ferro, seguiti da piombo, rame e zinco. In generale, considerando tutti i 10 metalli pesanti ricercati nelle due matrici, nel 38,15% delle analisi i valori erano sotto a quelli di riferimento, nel 35,19 % i valori superavano la soglia e nel rimanente 26,67% gli esiti si collocano un livello intermedio. Milano e Torino, che hanno postazioni centrali nelle città, sono risultate più contaminate rispetto a Bologna e Potenza, che hanno orti periferici.”
“Nel 2017” prosegue Porrini “con il progetto “BeeKaeser” erano stati riscontrati alcuni valori di piombo e nichel più elevati della norma anche in piccoli centri cittadini, come Carini, Barge e Brisighella. Nella maggior parte dei casi comunque i livelli erano inferiori ai valori di riferimento se non addirittura sotto il LOQ (Limite di Quantificazione)”.
“Ancora una volta si dimostra la fondamentale sinergia dell’uomo con le api” afferma Diego Pagani, presidente di Conapi-Mielizia. “Questi meravigliosi insetti non solo ci donano prodotti unici e garantiscono la produzione di cibo per l’umanità, ma riescono anche a dirci, con precisione, quale sia la qualità ambientale dei luoghi che viviamo, grazie alla loro capacità di svolgere microprelievi che non si potrebbero ottenere con nessun altro metodo”.
“Le api e KAESER COMPRESSORI condividono gli stessi colori e lo stesso focus su temi come il ridotto impatto ambientale, la qualità dell’aria e l’operosità.” – Dichiara Giovanni Micaglio, A.D. KAESER COMPRESSORI ITALIA S.r.l. – “Le api sono dei bioindicatori naturali della qualità dell’aria, proprio per questo sono così importanti per il nostro ecosistema. Per queste ragioni abbiamo deciso di investire energie e risorse nell’obiettivo di generare innovazione nell’ambito delle bio-tecnologie, favorendo il lancio di una giovane start up quale Beeing e coinvolgendo tutti i nostri attori commerciali in un’iniziativa volta al recupero di dati sensibili in merito alla qualità dell’aria.
“Siamo molto orgogliosi di questo progetto, che porteremo sicuramente avanti per i prossimi anni” aggiunge Roberto Pasi di Beeing.
“Progetti come questo sono fondamentali, perché dimostrano la sensibilità delle aziende per temi come la qualità dell’aria e la salvaguardia delle api che sono fondamentali per tutto il nostro ecosistema”.
“Siamo molto orgogliosi di questo progetto, che porteremo sicuramente avanti per i prossimi anni” aggiunge Roberto Pasi di Beeing. “Progetti come questo sono fondamentali, perché dimostrano la sensibilità delle aziende per temi come la qualità dell’aria e la salvaguardia delle api che sono fondamentali per tutto il nostro ecosistema”.
“L’esperienza di questi anni nel campo delle analisi dei prodotti apistici e delle api stesse, che sono iniziate per valutare lo stato di salute degli sciami, hanno confermato l’efficacia di questi insetti nell’effettuare monitoraggio ambientale” – conclude Giancarlo Quaglia, Floramo Corporation – il laboratorio che ha rilevato gli inquinanti per questa ricerca. “Sono numerose le esperienze che hanno dato risultati molto interessanti, in grado di darci una mappatura efficace delle criticità ambientali”.
“Quello che quest’indagine porta a galla è la potenzialità del metodo di analisi biologico che dovrebbe integrarsi con gli altri metodi chimico-fisici, elettronici , satellitari già diffusi per il controllo dell’inquinamento delle nostre città. Un inquinamento che nel caso delle api riguarda tracce accumulate nell’aria, nel terreno e nell’acqua , tutti elementi con cui entra contatto l’insetto.” conclude Daniela Sciarra, responsabile campagna agricoltura sostenibile di Legambiente.
Al seminario hanno preso parte i referenti delle postazioni, raccontando l’attività delle persone coinvolte nel progetto a Torino, Bologna, Milano e Potenza.
D.Casorelli- Legambiente Potenza, F.Beccari – Legambiente Milano, M.Fratoddi giornalista e moderatore, D.Caccioni, presidente Agenzia Pilastro, G.Cortese – Apicoltori Urbani Torino